…Passiamo ora ai fatti…
Si dice che…la modifica dell’Articolo 21 chiuderebbe allo psicologo spiragli lavorativi soprattutto in ambito formativo.
Paura eh?
Così come è proposta, nella modifica non sta scritto da nessuna parte che non possiamo fare formazione a infermieri, insegnanti, medici, ecc…
Forse sarà per questo che né medici, né insegnanti, né infermieri si sono impegnati a scrivere “lettere aperte” per invitare gli psicologi a votare “no” a questo referendum.
Diciamola senza troppi giri di parole: il nodo sono i counselor e le professioni affini, ma soprattutto i loro corsi di formazione.
Come già scritto nelle passate settimane nel mio discorso ateo e materialista, non ho nessun particolare pregiudizio nei loro confronti, e credo anzi che se esiste un profilo professionale (ovviamente diverso dallo psicologo, sennò fai lo psicologo no?) ulteriore che può portare benessere alla vita delle persone, ben venga.
E’ che non capisco il punto.
Semmai dovesse passare la modifica dell’Articolo 21, per i counselor cosa cambia?
Io sono ben disposta a condividere informazioni e conoscenze psicologiche, come faccio con i miei “badanti”, a patto naturalmente di non farlo in corsi che descrivono la figura professionale formata in questo modo (per fare un esempio)…
La figura professionale di counselor, in possesso degli strumenti di psicologia comportamentale e di sociologia, è in grado di intervenire nella soluzione dei disagi psichici e di disadattamento, fornendo i consigli utili alla riappropriazione dell’autostima ed al conseguente miglioramento delle capacità relazionali del soggetto.
…perché presterei un servizio in un’attività ingannevole che fa ritenere, a chi segue un corso del genere (e suppongo pure nella totale buona fede!) che può fare cose che sono invece caratteristiche dell’attività di psicologo.
Ma visto che i counselor non svolgono attività di pertinenza dello psicologo (giusto?) sono lieta di rassicurarli che per loro non c’è nessun problema!
Anzi, dirò di più!
Io vengo a insegnare proprio molto volentieri!
E voglio persino esagerare!
Io sarò lietissima di segnalare loro qualunque corso faccia erroneamente credere all’utenza che fanno gli psicologi in maniera abusiva, di modo da difendere innanzitutto i cittadini, poi la mia amata professione e pure la loro, in vista magari di fruttuose collaborazioni.
Ora che rileggo queste ultime righe, può sembrare che io scriva con ironia, acidità e pure un po’ di saccenza.
Non è così.
Se c’è livore, questo non è rivolto a chi desidera essere d’aiuto al prossimo.
E’ rivolto a chi, per superficialità, impreparazione, frettolosità, cinismo, guadagno, si improvvisa e fa improvvisare persone guidate dalle migliori intenzioni nella presa in carico di quel diritto costituzionalmente garantito all’articolo 32, che è la SALUTE.
[Aggiornamento: 1 Giugno 2013 – Qui potete leggere le ragioni del NO spiegate da psicologi per gli psicologi. Le ragioni del No continuano a non convincermi, ma mi sembra opportuno dare la possibilità di leggere entrambe le campane. Soprattutto in considerazione del fatto che, a dispetto di quanto possa scrivere qualcuno, in realtà la maggior parte dei colleghi di questo referendum non sa proprio niente. E questo è estremamente sconfortante]
2 pensieri riguardo “Referendum: l’articolo 21”