“Mi si nota di meno se scrivo una nota e me ne sto in disparte o se non scrivo proprio?”
In una sorta di sindrome di Ecce Bombo al contrario, alla fine sul congresso sulle famiglie di Verona il CNOP ci regala un topolino senza infamia e senza lode.
Ma in fondo c’è quasi da fare un sospiro di sollievo…
Ho trovato almeno tre bozze di articoli sul dopo elezioni ENPAP iniziate e mai finite. Troppo lo stress accumulato in quelle settimane e tante pure certe amarezze che mi è toccato digerire nell’immediato, nonostante il risultato raggiunto.
Sabato 13 Maggio, dopodomani, c’è l’insediamento della nuova consigliatura dell’ente e per la prima volta avrò l’onore e l’onere di rappresentare i miei colleghi all’interno di un’istituzione.
Quindi, da sabato solo cose serissime 😛
Ma ho ancora 48 ore e quindi ecco gli incredibili best moments della storia della campagna elettorale ENPAP!
Schiaffeggio così la platea durante gli eventi dove illustro gli scenari professionali.
Significa che se hai studiato con un amico, o tu o lui ben presto vi troverete a dover fare i conti con la frustrazione di non veder realizzato il proposito di fare lo psicologo.
E quello di voi due che ce la fa, ne ha di strada davanti per arrivare a costruirsi un reddito in grado di sostenerlo dignitosamente in un progetto di vita che, magari, prima o poi, vorrà coinvolgere altre persone.
Eh no, io non ridevo quel 6 aprile: stavo fortunatamente nel mio letto dopo essermi lasciata L’Aquila alle spalle 5 ore prima. Dormivo e il letto ballò sulle sue ruotine incassate sotto il mobile a ponte. Ma ero stanchissima per quel week end di studio e il viaggio, così tornai rapidamente ad assopirmi. E’ cronaca che mentre io facevo queste cose, qualcun altro nel suo letto rideva: erano quelli che si fregavano le mani sul business della ricostruzione.
#FertilityDay: la campagna del Ministero della Salute che ti fa ricordare che almeno quando c’era lui i treni arrivavano puntuali e si dormiva con la porta aperta.
Insieme a dei colleghi e a delle colleghe abbiamo scritto questa lettera aperta rivolta al Ministro Lorenzin.
Informazioni utili per gli psicologi che NON si trovano nelle zone coinvolte e vogliono essere d’aiuto.
Se non siete psicologi formati in emergenza NON IMPROVVISATEVI VOLONTARI: la psicologia dell’emergenza NON è psicologia clinica o psicoterapia.
Non partite autonomamente: l’organizzazione nel caos è fondamentale. In emergenza si opera solo se inquadrati all’interno di un gruppo ufficiale di Protezione civile, debitamente preparati e assicurati.
Evitate di intasare le strade dell’area colpita: ora servono ai soccorsi.
Se volete essere DAVVERO utili potete:
Rivolgervi al vostro comune per la raccolta di materiali
Chi è vicino alla zona, può togliere la password al wi-fi per facilitare le comunicazioni e alleggerire le linee telefoniche.
Al momento non risulta esserci emergenza per il sangue, è già attivo il Meccanismo Nazionale di Compensazione: eventuali donazioni servono per ulteriori riserve e possono essere fatte in qualunque centro trasfusionale o sede AVIS d’Italia.
Eventuali donazioni in denaro vanno fatte solo a istituzioni o enti accreditati, evitando di darli alla prima associazione semisconosciuta che appare dal nulla…
I colleghi psicologi delle Marche possono fare riferimentoa questo comunicato dell’Ordine degli Psicologi dove sono riportati tutti i riferimenti per chi volesse offrire in aiuto la sua professionalità.
Per gli psicologi che si trovano coinvolti nelle zone del sisma e hanno subito danni, oltre alle informazioni che staranno ricevendo sui rispettivi territori, ricordo che ENPAP sostiene economicamente fino a 10mila euro gli psicologi che abbiano subito danni ai loro studi professionali o all’abitazione utilizzata in modo promiscuo, qualora l’utilizzo sia stato dichiarato ai fini fiscali. Tutti i dettagli sulla documentazione da presentare sonoqui.
E’ il gioco di prestigio più riuscito: si scrive “volontariato”, si legge “lavoro gratuito”.
Per me oggi è la giornata nazionale delle parole che si scrivono in un modo e si leggono in un altro.
La parola “volontariato” è la più rappresentativa.
Tu metti in fila le lettere correttamente, ma non stai parlando di quel nobilissimo atto in cui una persona presta il proprio tempo e a volte pure competenza per il prossimo.
Stai molto più frequentemente parlando della tua presenza essenziale in un reparto, servizio, Asl per permettere il regolare svolgimento delle attività. E quello si chiama “LAVORO”.
Oppure stai parlando del fatto che frequenti un reparto perché senti che la tua preparazione è incompleta e devi fare esperienza. E quello si chiama “TIROCINIO”.