La nostra politica professionale è terribilmente colpevole di questa pigrizia.
Io spero in una grande partecipazione a questo referendum, indipendentemente dal suo risultato.
Se amiamo questa professione non possiamo essere compartecipi di alcuno stato comatoso.
Ora noi giovani psicologi possiamo lamentarci di patire le conseguenze di quanto arronzato in passato, ma se non ci decidiamo a partecipare alla politica professionale, alla promozione del suo ruolo nella vita quotidiana, alla sua tutela, neanche di lamentarci avremo più il diritto.
Con queste parole chiudevo uno dei miei primi articoli sul referendum (qui l’articolo completo).
Oggi vengo a sapere che le schede pervenute al CNOP sono circa 17.000, che tradotto fa 20% di psicologi votanti…
L’80% di noi non ha espresso il proprio voto circa la modifica del Codice Deontologico.
La questione ora è:
Dentro questo 80% quanto c’è di:
Kit che non sono arrivati (o non sono arrivati in tempo utile)
Voti che non sono pervenuti in tempo (perché ricordiamoci la forma ridicola per cui sono stati conteggiati i voti PERVENUTI, senza prendere in considerazione il timbro postale…)
Comunicazione scadente del CNOP e dei vari Ordini Regionali che, a parte poche eccezioni, sono stati silenti circa la votazione
Disinteresse e/o disimpegno
Assoluta fiducia in ciò che il CNOP può fare, anche da solo
Assoluta sfiducia in ciò che il CNOP avrebbe comunque fatto.
Io intanto mi prenderò qualche ora per elaborare il lutto, poi dirò la mia opinione