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La psicologia…vissuta dal libero professionista! – di Ada Moscarella

Tag: professione psicologo

Pubblicato in: ENPAP, Libero Professionista

Psicologo: i primi passi della professione

Pubblicato il 12 luglio 201716 gennaio 2019 da Ada Moscarella

Le principali informazioni per l’avvio alla professione in un’intervista in due parti a cura dei colleghi dell’Università di Pisa.

  • Nella prima parte:
    a) Cos’è l’Ordine, quanto costa e perché vale la pena di iscriversi
    b) Formazione post-laurea: tra tirocinio, master e scuola di specializzazione
    c) Aggiornamento professionale: facciamo chiarezza sugli ECM
    d) Cerco un lavoro o avvio la libera professione? Partiva iva, obblighi, assicurazione, varie ed eventuali
    Leggi qui l’intervista completa

 

  • Nella seconda parte:
    a) Cos’è l’ENPAP e quando devo iscrivermi
    b) Quanto mi costa l’ENPAP e quali servizi mi garantisce
    c) Maternità e paternità: ENPAP come mi sostiene
    d) Malattia e e infortunio: quali tutele?
    e) Sviluppo professionale: EnpapSocial.
    Leggi qui l’intervista completa

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Pubblicato in: Collaborazioni, Esame di stato (Eds), Formazione, Iniziative, Vale la pena, Vita da psicologo

Padova – 3 Maggio: con gli studenti per parlare di professione!

Pubblicato il 26 aprile 20176 maggio 2017 da Ada Moscarella

Un onore per me intervenire nella più antica facoltà di Psicologia in Italia, insieme ai miei due compagni di viaggio del Disordine degli Psicologi, Paola Serio e Arturo Mugnai, per parlare del tirocinio post laurea e di come affrontare l’ingresso nella professione.

Un incontro organizzato da Il Sindacato degli Studenti dell’Università di Padova, dove senza inutili illusioni e pure senza disfattismo parleremo di com’è il mondo là fuori, quali gli ostacoli, come affrontarli, quali i pericoli e quali le risorse da sfruttare assolutamente.

Appuntamento il 3 Maggio a Padova:

  • Aula 3G in Via Venezia 12 (psico2) dalle 11:30 alle 13:15
  • Aula 4T (CLA) dalle 14:30 alle 18:15.

L’incontro è gratuito, aperto a tutti gli studenti di psicologia 🙂

Spargete la voce e venite in tanti 🙂

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Pubblicato in: AltraPsicologia Campania, ENPAP, Politica professionale, promozione professionale

Il massimo dell’autofagia – Il minimo dello sviluppo

Pubblicato il 7 agosto 20157 agosto 2015 da Ada Moscarella

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Cosa lo pago a fare io l’Ordine?

Personalmente, io lo pago innanzitutto per due motivi, (che sono pure quelli stabiliti per Legge dalla 56/89)

a) Per dire ai cittadini chi è abilitato a svolgere una professione delicata come la mia e chi no.

b) Per vigilare ed eventualmente sanzionare quei colleghi che si comportano in maniera scorretta.

Voglio che faccia questo, e sono disposta anche a pagare, perché l’Ordine deve tutelare innanzitutto i cittadini, soprattutto quelli che stanno passando un momento di difficoltà, e poi perché deve tutelare anche me, in quanto persona rispettosa delle leggi dello Stato.

Ora: vi sembra che il vostro Ordine non faccia nessuna di queste due cose?

Continua a leggere “Il massimo dell’autofagia – Il minimo dello sviluppo” →

Pubblicato in: AltraPsicologia Campania, Libero Professionista, Politica professionale, Referendum Codice Deontologico

Aggiornamento sulla formazione continua – La Vendetta

Pubblicato il 28 ottobre 201430 ottobre 2014 da Ada Moscarella
La mia reazione di fronte alla prospettiva di dover sottrarre tempo e denari alle mie supervisioni, alle mie intervisioni, alle mie relazioni per inseguire eventi ECM

E non una vendetta qualunque, ma la vendetta di Khaaaaannn!

Perché, all’improvviso, la questione dell’aggiornamento continuo per gli psicologi liberi professionisti potrebbe complicarsi.

In questo articolo sul sito di AltraPsicologia riassumo la questione e tratteggio le prospettive.

Pubblicato in: AltraPsicologia Campania, Libero Professionista, Politica professionale

Storie di psicologi: scenari POSsibili

Pubblicato il 1 luglio 201419 febbraio 2015 da Ada Moscarella

Ieri il blog è tornato ad esplodere.

No, non c’entra nulla né il mio pensiero brillante, né la mia originalità, né, figuriamoci, la mia avvenenza.

La ragione è una sola: ieri, 30 Giugno 2014, è scattato l’obbligo di POS.

Nel precedente articolo sull’argomento, quello su cui sono capitati un paio di centinaia di lettori in poche ore in cerca di informazioni, avevo ricostruito e commentato la cronologia di questo romanzo surreale tutto all’italiana. Avevo poi aggiornato di settimana in settimana il post con le informazioni provenienti dai vari ordini, enti ed istituzioni: a questo punto penso sia più utile e chiaro scrivere cosa da ieri può accadere nel concreto negli studi degli psicologi.

Continua a leggere “Storie di psicologi: scenari POSsibili” →

Pubblicato in: AltraPsicologia Campania, Libero Professionista, Politica professionale

Vuoi lo psicologo di base? Allora non volerlo!

Pubblicato il 4 giugno 201415 marzo 2015 da Ada Moscarella

Sono disfattista?

Non è una domanda retorica.

Capita ciclicamente.

Mi collego a Facebook e trovo la bacheca inondata da colleghi entusiasti e speranzosi per l’ennesima affermazione del Presidente Palma che ribadisce la necessità dello psicologo di base o per l’ennesima sperimentazione comunale/provinciale/regionale che vede lo psicologo affiancare il medico di base.

E’ tutto verissimo e pure bellissimo.

Continua a leggere “Vuoi lo psicologo di base? Allora non volerlo!” →

Pubblicato in: Politica professionale

L’ora delle scelte difficili per la psicologia

Pubblicato il 5 novembre 20138 novembre 2013 da Ada Moscarella

In queste settimane, in cui solo apparentemente sto trascurando il blog e tutti i suoi NUMEROSISSIMI fans, sto cercando di raccogliere materiale per alcuni articoli di “educazione civica” per gli psicologi.

Convinta di dover a tutti i costi contribuire alla costruzione di una cultura di condivisione tra psicologi come se non avessi altro da fare nella vita e come se a qualcuno importasse davvero, mi sono messa in testa di voler ricostruire la storia della politica professionale della psicologia.

Un’impresa che si sta mostrando straordinariamente complicata, a dispetto di una professione assolutamente giovane; in fondo sono nata prima io e poi la professione di psicologo in Italia!

Ma la maggior parte degli psicologi non conosce i principali “partiti” della psicologia italiana, conosce in maniera vaga gli effettivi compiti dell’Ordine, ignora per lo più di avere persino un sindacato!

Credo che le prossime elezioni ordinistiche e il quadriennio che ne seguirà saranno decisivi per capire che strada vogliamo far prendere a questa professione in Italia.

E un eventuale cambiamento pesa sulle spalle della mia generazione, semmai vorrà farsi carico dell’ingrato compito di fare scelte che, inevitabilmente, finiranno per scontentare qualcuno. Noi stessi per primi.

Ma il quadro attuale ci lascia poco tempo per tergiversare.

Con gli attuali trend, si prevede che nel 2016 (che è domani in pratica) ci saranno in Italia 100mila psicologi (un terzo di quelli di TUTTA Europa).

Gli psicologi sono sempre in fondo alle classifiche in quanto a reddito.

Le università continuano a sfornare laureati in psicologia spesso inconsapevoli di cosa faccia realmente uno psicologo e pure di cosa li aspetta, destinati per lo più a restare impantanati in eterne formazioni (spesso cannibaliche) e ad andare a imbottigliarsi nell’unico ramo della psicologia che l’università gli ha messo davanti: la clinica e la psicoterapia.

Colleghi prontissimi e capaci, ma assolutamente impreparati dal punto di vista del marketing e del business, predisposizione e competenze senza le quali la vedo dura affermarsi come liberi professionisti, che è la strada che aspetta ciascuno di noi, a meno di non voler credere che i vari psicologi di base diventino realtà consuete e consolidate in tempi brevi…[ad esempio: lo psicologo del territorio come camminerà?]

E in risposta a questi punti caldi andranno prese decisioni amare.

Limitare l’accesso all’università?

Riformare i corsi di laurea in modo da inserire competenze di marketing e business già negli studi universitari?

Allargare lo sguardo della psicologia già dall’università, allontanandolo dalla clinica?

Riformare l’esame di stato, rendendolo realmente selettivo, fino a stabilire un numero di abilitati che è possibile sfornare ogni anno in misura delle richieste del mercato?

Possibili scontenti? Tutti.

Gli aspiranti psicologi e il loro diritto a studiare e quindi ad aspirare.

Le scuole di specializzazione, che se non hanno studenti come fanno a sopravvivere?

Gli psicologi che campano formando altri psicologi.

Lo Stato, che finirebbe per non poter contare più su una massa di mano d’opera disposta a offrire competenze in forma gratuita nella maggior parte dei servizi del SSN.

Possibili contenti? Tutti!

Ma sarà complicato farlo capire…

[Parlando di numeri, contentezze e scontentezze, vi consiglio la lettura di questo articolo CLIKKA ]

Pubblicato in: Politica professionale, Riflessioni esistenziali

La Compagnia degli Psicologi – Contro il potere dell’anello!

Pubblicato il 19 settembre 201314 settembre 2014 da Ada Moscarella
“Un Anello per domarli tutti, un anello per trovarli, un anello per ghermirli e nell’oscurità incatenarli”.

[AVVERTENZA: Si avvisano e rassicurano i lettori che nessun Hobbit è stato maltrattato per la stesura di questo post ]

Dopo essermi atteggiata per un paio di settimane a grande sapiente che si rivolge ai futuri colleghi come se io avessi 100 anni, è ora di dire anche qualcosa su cosa può fare la mia generazione di psicologi per questa professione.

Per “mia generazione” intendo quelli dei colleghi che ora hanno 30-40 anni al massimo. Quelli che sono nati quasi in contemporanea con la nascita di questa professione che, ricordiamocelo, in Italia legislativamente nasce appena nel 1989.

Non accade solo nelle puntate di Porta a Porta, è un vizio proprio tutto italiano, quello di masturbarsi intellettualmente nell’analisi delle situazioni senza mai fare il passo successivo, ossia

…stando così le cose, che vogliamo fare?

Vogliamo non iscriverci a psicologia e fare altro?

Vogliamo fare gli psicologi e cannibalizzare i colleghi?

Vogliamo fare gli psicologi e stare chiusi nello studio ad aspettare?

Vogliamo fare gli psicologi e girovagare alla ricerca di una raccomandazione?

Vogliamo fare gli psicologi e fare 100 anni di volontariato nell’attesa che qualcuno abbia pietà di noi?

Vogliamo fare gli psicologi che in realtà fanno gli addetti alla cucina e alla pulizia dentro una cooperativa?

Delle alternative di cui sopra credo che l’unica efficacemente percorribile sia la prima. Chi, con miopia, si accomoda in una delle successive fa del male a sé e alla categoria.

Si fa irretire dal potere dell’anello.

Oppure.

Oppure vogliamo essere psicologi che pensano a come sfruttare trasversalmente le proprie competenze? Gli psicologi che non si vergognano di parlare di marketing e guadagno? Gli psicologi che un anno o due di volontariato va bene per fare esperienza, ma poi si riconoscono limiti e risorse e iniziano a vivere e pensare da professionisti quali sono? Gli psicologi che, constatato che l’attuale sistema non va granché bene, si impegnano per cambiarlo? Gli psicologi che se mettiamo insieme il mio orticello e il tuo orticello facciamo una gran bella azienda agricola, invece di vivere nella paranoia?

Qualche anno fa accadde un episodio che ricordo tra i più spiacevoli della mia vita umana e professionale. In un contesto istituzionale, un gruppo di noi faticò molto per cercare di avviare un progetto. Si facevano orari piuttosto proibitivi e si stava pure con soggetti a rischio. Eravamo un gruppo di giovani, qualcuno si stava specializzando, qualcun altro stava per abilitarsi. Quando si trattò di passare alla fase concreta, ossia quella dove si sarebbe potuto vedere anche qualche soldo, d’improvviso si materializzò il collega che non aveva fatto le albe con noi, non aveva fatto le notti a scrivere relazioni, penso non avesse nemmeno mai visto uno dei suddetti pazienti, niente, nessuno l’aveva mai visto. Ma due e due quattro, ci scippò il progetto da mano.

Ricordo me stessa, chiusa in una stanza con i ragazzi con cui avevo lavorato, che battevo i pugni sulla scrivania dicendo

che caz*o ci insegnano! Non si fa così! Non dobbiamo imparare a essere così!

E’ il potere dell’anello. Ti irretisce, rendendoti però miope. Tutto quello che vuole l’anello, infatti, è semplicemente tornare dal suo padrone. E’ tuo ma non ti appartiene.

Esiste un solo signore dell’anello, solo uno può piegarlo alla sua volontà ed egli non divide il potere!

E lo stesso credo accada a chi sceglie questo modo di vivere la professione.

La mia generazione in questo momento è nella più ingrata delle fasi. Quella in cui può avviare un cambiamento dei cui frutti godrà molto meno di quanto non meriti. Ammesso che ce ne siano…

Ma davvero non abbiamo molta scelta.

Riuniti a Gran Burrone, presso Re Elrond, uomini, elfi e nani litigano a lungo sulla loro condizione. Si scagliano reciprocamente colpe e vecchi rancori.  Finché Frodo, il piccolo Hobbit, non si alza e dice

Porterò io l’Anello a Mordor. Solo… non conosco la strada.

Ecco. La nostra comunità in questo momento è riunita a Gran Burrone.  E discute, a volte litiga.

Ora bisogna che ci si inizi ad alzare dagli scranni e formare una compagnia.

Altrimenti l’Oscurità ci coglierà tutti!

Pubblicato in: Esame di stato (Eds), Iniziative

Speciale: Esame di Stato per Psicologi – Giugno 2013

Pubblicato il 14 settembre 201323 novembre 2013 da Ada Moscarella
Manuale di sopravvivenza all’eds from Ada Moscarella

A Novembre ci sarà la prima prova per l’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di psicologo.

Nel mio MANUALE DI SOPRAVVIVENZA ALL’EDS consigli pratici per preparare al meglio tutte le prove, per studiare in modo efficace, senza sprecare tempo ed energie!

Di seguito, inoltre, potrai leggere gli argomenti della prima prova uscite all’ultimo appello di giugno (tra parentesi sono riportate le altre tracce non estratte):

#Messina: La famiglia
#Napoli: Ciclo di vita e adolescenza
#Genova: Il gruppo
#Pavia: un paradigma teorico a piacere  [la crisi e il cambiamento; una teoria recente]
#Padova: comportamenti aggressivi [processi cognitivi; problem solving, stress e coping]
#Palermo: aspetti cognitivi ed emotivi dello sviluppo della personalità [metodo clinico e metodo sperimentale; una teoria della personalità a scelta]
#Aquila: Apprendimento [Attenzione; sviluppo emotivo].
#Firenze: fattori che concorrono allo sviluppo dell’identità
#MilanoCattolica: Il gruppo come strumento di lavoro nell’intervento psicologico [Vygoskty e Piaget; una teoria a scelta]
#Roma: intelligenza [relazioni interpersonali; sviluppo affettivo]
#Caserta: La percezione [memoria, emozioni]
#Cagliari: Metodologia [salute e benessere, linguaggio e comunicazione].
#Bari: Intelligenza [linguaggio e comunicazione, memoria e processi cognitivi]
#Bologna: Percezione [emozioni, apprendimento]
#Torino: Prima commissione: modello biopsicosociale – Seconda commissione: adolescenza
# Trieste: esporre la teoria di un autore significativo del ’900 [metodo e ricerca psicologica; la responsabilità sociale in riferimento al codice deontologico]
# Parma: memoria [il disegno a soggetto singolo; una teoria sullo sviluppo degli ultimi 30 anni]

A partire dal 19 Ottobre a CASERTA partiranno delle giornate di studio pratiche organizzate insieme all’Associazione Psicologi Campani.
Insieme vedremo come scrivere al meglio il tema, come stendere un progetto e come organizzare il caso clinico.
Approccio pratico ed esperienziale, pochi fronzoli, molta sostanza! 🙂
Preparazione all’Esame di Stato per Psicologi – A Caserta from Ada Moscarella
Pubblicato in: Libero Professionista, Politica professionale, Referendum Codice Deontologico

Cosa fa lo psicologo? Gli atti tipici della mia professione

Pubblicato il 26 agosto 201327 marzo 2017 da Ada Moscarella

Poche settimane fa, con una misteriosa richiesta di riservatezza, è stato inviato a tutti gli psicologi l’agognato lavoro sugli atti tipici della professione. Un documento molto atteso, a maggior ragione dopo la modifica dell’art.21 del nostro codice deontologico con l’ultimo referendum. I contorni della nostra professione diventano e devono diventare più definiti, a tutela dei professionisti e soprattutto degli utenti, che devono potersi orientare sempre meglio all’interno delle offerte che il mercato offre per la tutela della loro salute e la promozione del loro benessere.

A svolgere questo importante lavoro ci hanno pensato tanti colleghi più esperti e competenti di me, che hanno svolto un lavoro prezioso che speriamo possa finalmente tappare quella falla all’interno della quale talvolta osano spingersi pseudoprofessionisti non adeguatamente formati.

Mentre oziosamente sul divano leggevo il segretissimo documento fattoci pervenire dal CNOP (la prova è che ho trovato anche un refuso prontamente segnalato 😀 )  inizio a riflettere sugli atti tipici della mia professione…ossia sul lavoro che svolgo io quotidianamente e ho iniziato a riflettere sulla provenienza delle competenze con cui affronto le mie numerose attività diversificate…

Facciamo, e non per vanità, un piccolo riepilogo del mio percorso di studi.

Laurea Triennale presso la Seconda Università degli Studi di Napoli in Psicologia del disagio relazionale e individuale.

Tirocinio pre laurea triennale in una clinica neuropsichiatra, dove inizio a imparare a somministrare i principali test neuropsicologici.

Mi trasferisco all’Aquila e prendo la Laurea Specialistica in Psicologia Clinica e Dinamica.

Svolgo il tirocinio presso la cattedra di sessuologia con il prof. Jannini e scrivo un mattone di tesi sperimentale sulla percezione della bellezza nell’omosessualità femminile.

A questo, segue un anno e mezzo di tirocinio post laurea+volontariato in un Centro di Salute Mentale, dove seguo colloqui con psichiatri, psicologi e psicoterapeuti, di valutazione, diagnosi e counseling.

Durante la specialistica all’Aquila inizio un corso biennale di psicodiagnosi dove imparo i principali test.

Successivamente corso annuale in psicologia giuridica e corso annuale in mediazione familiare.

Intanto, prendo anche la specializzazione in psicoterapia sistemico-relazionale e durante i 4 anni riesco a svolgere tutti tirocini interessanti, dal reparto di malattie infettive nell’ospedale di Caserta fino al reparto di tossicologia al Policlinico Vecchio a Napoli. Scriverò un capolavoro di tesi di specializzazione sulla speranza e cronicità nella terapia dell’alcolismo (il mio orgoglio *_* )

Confrontiamo ora questo percorso con le mie attività diversificate da libero professionista e vediamo da quali percorsi ho attinto le competenze. Consideriamo solo quest’anno (facciamo finta sia per brevità…)

a) Docenza per corso di formazione rivolto a cassintegrati per formarli al mestiere di addetto alla cura della persona. Ho insegnato Psicologia Sociale e Sociologia. Nessuno mi ha insegnato a insegnare, ma questo per fortuna fa parte delle mie doti naturali. Per gli argomenti di lezione ho sicuramente attinto alle mie conoscenze universitarie.

b) Consulenza tecnica di parte. Qui ho utilizzato le conoscenze apprese durante quasi tutti i percorsi post laurea, dalla psicodiagnosi, alla psicologia giuridica, alla mediazione familiare alla specializzazione. Se mi fossi fermata alle sole conoscenze universitarie, non avrei saputo dove mettere mano.

c) Pazienti vari: ovviamente ho fatto riferimento alle competenze apprese durante la specializzazione. Ma devo dire che anche dopo il tirocinio post laurea, seppure con la scontata inesperienza, ero in grado di condurre un colloquio in maniera professionale.

d) Docenza in psicodiagnosi rivolto a colleghi. La psicodiagnosi all’università non l’ho praticamente mai toccata (eppure i mie percorsi di studi sono stati tutti fortemente improntati alla clinica…), tutto quello che insegno, l’ho imparato dall’esperienza nel Centro di Salute Mentale e nel corso di formazione post laurea. Tra gli atti tipici dello psicologo c’è la diagnosi, ma non avrei saputo dove mettere mano senza un percorso specifico post laurea al riguardo.

e) Attivazione e/o rinnovo di vari siti internet (quello dell’Associazione Psicologi Campani, un altro blog qui su wordpress o il mio sito professionale e al momento ho tra le mani quello di una cooperativa). Non ho mai studiato informatica, non ho neanche piena consapevolezza di quello che faccio quando metto su un sito, intendiamoci…ma intanto lo faccio. Non saranno perfetti, ma funzionali direi proprio di sì. Certo, ho frequentato la facoltà di psicologia…ma vogliamo parlare dell’esame di informatica dove mi hanno “insegnato” a utilizzare il pacchetto office…? Quello che ho “imparato” in quelle 30 ore di corso non mi è tornato utile mai, nemmeno quando ho fatto la tesi sperimentale, dove confesso che mi sono fatta elaborare i dati da qualcun altro, perché non sapevo utilizzare nessun programma utile…

f) Stesura di vari progetti. Il 50% l’ho imparato all’università. Il 25% l’ho imparato su google, il 25% me l’ha insegnato (probabilmente senza saperlo 😀 ) la mia collega Pina. Durante la specialistica ho fatto un intero esame annuale tutto improntato alla progettazione (si chiamava Psicologia della Salute) e la docente, che credo sia rimasta solo per il mio anno prima di scappare in California (beata a lei) ci ha fatto lavorare praticamente sulla stesura di un progetto. Ma chi nella progettazione ci lavora, sa che un conto è presentare un progetto in una scuola, un altro conto è compilare un progetto in base ai format dei vari bandi. La mia collega Pina che da più tempo lavora in questo campo, ogni tanto mi assegna qualche “compito”, qualche pezzo di bando da compilare (soprattutto se si tratta di strutturare la formazione) e così con la sua guida ho imparato cose di cui mai avrei osato sospettare l’esistenza. E poi google. Quando tutto manca, troverai sempre qualcuno che avrà fatto la cosa che stai facendo prima di te!

g) Strutturazione di corsi di formazione: l’ho imparato guardando, soprattutto facendo da tutor e assistente nei corsi di psicodiagnosi, prima di essere lanciata nell’insegnamento.

h) Accreditamento di enti. Avete mai provato a farvi accreditare come provider ECM? Se sì, non c’è bisogno che parli. Se no, ci vediamo qui fra un paio di anni…Niente e nessuno può prepararti davvero ad avere a che fare con la burocrazia dello Stato Italiano.

Per il prossimo autunno ci sono altre possibilità in ballo, ma è meglio non dire gatto se non ce l’hai nel sacco 😉

Ma perché questo lungo elenco? Perché sto leggendo i risultati della mia piccola ricerca sugli abilitandi alla professione di psicologo e non posso fare a meno di pensare che per due prove su quattro (ma a volte pure tre) sono solo parzialmente (e a volte pure MOLTO parzialmente) preparati.

La prima prova gli chiede di richiamare conoscenze che dovrebbe avere e ok, a parte la noia, una laurea siamo arrivati tutti a prenderla se stiamo affrontando l’eds.

Ma per il progetto? In quante università si viene effettivamente preparati a scriverne uno? E il progetto che viene richiesto all’eds è piuttosto semplice come struttura, facciamo la domanda vera: in quante università si viene formati a leggere un bando per scrivere un vero progetto?

Il caso clinico, poi, è un tasto dolentissimo. Di teoria della clinica se ne fa tantissima (ed è fondamentale, non sentirete mai da una secchiona come me dire il contrario!), ma quanti hanno poi l’effettiva occasione di mettersi alla prova in un tirocinio post laurea effettivamente formativo? Io non ero preoccupata dalla III prova perché durante il tirocinio post laurea ne avevo davvero viste di tutti i colori e avevo trovato anche un confronto veramente soddisfacente con diversi professionisti e professionalità. Ma quanti possono dire lo stesso?

Per non parlare dell’orale! Chi ha mai sentito parlare di codice deontologico all’università? Le facoltà che hanno nel piano di studi dei corsi al riguardo si contano davvero sulle dita di una mano…eppure credo che la formazione alla propria deontologia professionale sia fondamentale in quel processo di costruzione dell’identità che più di tutto, secondo me, ci tutela dallo sfruttamento e dagli errori!

Finalmente stiamo facendo dei passi avanti su una definizione sempre più efficace e comprensibile della nostra professione…ma mentre facciamo questi passi avanti, forse dovremmo anche guardarci indietro per consentire a questi temerari che, nonostante una situazione occupazionale tragica, si iscrivono alla facoltà di psicologia di essere sempre più efficacemente preparati ad affrontare compiti e sfide professionali!

[Aggiornamento 13 Ottobre 2013: E’ finalmente disponibile anche sul sito del CNOP il parere del gruppo di lavoro “Atti Tipici” sulla Prevenzione e Promozione. Un poco di pazienza e tanta attenzione, mi raccomando! Ho comunque controllato e il refuso c’è ancora 😀 ]

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