In questi giorni gli psicologi iscritti all’ENPAP hanno ricevuto una mail da EMAPI. Di cosa si tratta?
COS’E’ EMAPI: Emapi è un ente di mutua assistenza che riunisce tutte le Casse di previdenza private – psicologi, medici, ingegneri, etc. – che si occupa di ricercare servizi di assistenza e assicurazione sanitaria per i professionisti iscritti agli Enti associati ed eventualmente per i loro familiari. Riunendo al suo interno un grande numero di professionisti, riesce a ottenere dalle assicurazioni condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbe il singolo professionista.
Informazioni utili per gli psicologi che NON si trovano nelle zone coinvolte e vogliono essere d’aiuto.
Se non siete psicologi formati in emergenza NON IMPROVVISATEVI VOLONTARI: la psicologia dell’emergenza NON è psicologia clinica o psicoterapia.
Non partite autonomamente: l’organizzazione nel caos è fondamentale. In emergenza si opera solo se inquadrati all’interno di un gruppo ufficiale di Protezione civile, debitamente preparati e assicurati.
Evitate di intasare le strade dell’area colpita: ora servono ai soccorsi.
Se volete essere DAVVERO utili potete:
Rivolgervi al vostro comune per la raccolta di materiali
Chi è vicino alla zona, può togliere la password al wi-fi per facilitare le comunicazioni e alleggerire le linee telefoniche.
Al momento non risulta esserci emergenza per il sangue, è già attivo il Meccanismo Nazionale di Compensazione: eventuali donazioni servono per ulteriori riserve e possono essere fatte in qualunque centro trasfusionale o sede AVIS d’Italia.
Eventuali donazioni in denaro vanno fatte solo a istituzioni o enti accreditati, evitando di darli alla prima associazione semisconosciuta che appare dal nulla…
I colleghi psicologi delle Marche possono fare riferimentoa questo comunicato dell’Ordine degli Psicologi dove sono riportati tutti i riferimenti per chi volesse offrire in aiuto la sua professionalità.
Per gli psicologi che si trovano coinvolti nelle zone del sisma e hanno subito danni, oltre alle informazioni che staranno ricevendo sui rispettivi territori, ricordo che ENPAP sostiene economicamente fino a 10mila euro gli psicologi che abbiano subito danni ai loro studi professionali o all’abitazione utilizzata in modo promiscuo, qualora l’utilizzo sia stato dichiarato ai fini fiscali. Tutti i dettagli sulla documentazione da presentare sonoqui.
La parola che non si può pronunciare; solo pochi temerari, me compresa, osavano sussurrarla con timore pensando a una certa aria che si sentiva tirare nei corridoi bui e chiusi di certa politica professionale.
Si tratta al momento solo di una proposta, ma il 24 Marzo il vaso di pandora è stato aperto e finalmente le carte si sono scoperte:
invece di trattare chi fa lo psicologo senza titolo come un abusivo, si propone un “conguaglio”.
L’ultima trovata di Saw L’enigmistica è dedicata agli psicologi.
Si chiama
FATTURA ELETTRONICA
e dal 31 Marzo è obbligatoria per tutti le fatturazioni nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Picco di TSO dei colleghi che hanno cercato di farcela da soli.
L’ENPAP, con la collaborazione dell’Ordine dell’Emilia Romagna, mette a disposizione un videotutorial.
Vi ricordo che per gli iscritti al nostro ente di previdenza è a disposizione una convenzione a costi ridotti e assistenza dedicata: tutti i termini li trovate nella vostra area riservata.
AltraPsicologia si è già attivata nei mesi passati con articoli di chiarimento (qui) e soprattutto un Ebook (qui) che non potete fare a meno di scaricare e condividere con i vostri colleghi!
[ps: quest’anno ho ceduto anche io e grazie all’intercessione di una gentile collega utilizzerò l’agenda dell’Ordine degli Psicologi della Campania ;)]
La campagna elettorale degli psicologi attraversa ormai tutta la penisola dalle Alpi alle isole (ad eccezione dei colleghi emiliani, che voteranno in primavera).
Cara/o collega, vorrei allora suggerirti delle domande che sarebbe utile tu ti ponessi prima di recarti alle urne a votare.
Siamo tanti e con un drammatico tasso di disoccupazione.
Gli psicologi sono tra le categorie più sfruttate e meno assunte.
Se faccio mente locale non c’è collega che stia a casa senza far nulla: il problema non è fare.
Il problema è fare e venire pagati.
Non dico il 28 di ogni mese, ma dopo 6 mesi ce la possiamo fare?
Resta comunque il fatto che siamo tanti e guadagniamo poco, pochissimo, praticamente mai in maniera costante.
Il che significa, tra le altre cose, che la maggior parte di noi sta ossessivamente a controllare gli annunci di lavoro e compulsivamente a inviare curriculum.
Questo rende la categoria molto vulnerabile a offerte di lavoro che vanno dall’impreciso, allo stravagante, al vero e proprio truffaldino.
Ad esempio all’improvviso, per ogni città, compaiono annunci di ricerca di psicologi per grandi progetti e/o concorsi su tutto il territorio nazionale.
Approfondisci e scopri di dover prima pagare una fantomatica quota d’iscrizione, poi seguire un corso di formazione e infine fai il promoter per l’ente che cerca agganci con i medici, farmacie, ecc ecc…
In pratica hai pagato per fare quello che già fai di tuo quando ti proponi sul territorio.
Alcuni sono persino audaci e ti telefonano e, con il più banale dei piedi nella porta, ti chiedono
Vuole diventare nostro consulente?
E poi scopri che hanno un’idea davvero particolare del lavoro di “consulente” (virgolette doverose): per accettare questa magica e certamente imperdibile offerta di lavoro che si sono scomodati a farti telefonicamente, ti devi iscrivere a un portale sul quale comparirà il tuo nome (come i migliaia di elenchi di psicologi e professionisti che già esistono, e alcuni pure gratuiti) al modico costo di 60 euro per i primi sei mesi.
Questa è la proposta di consulenza… non ridete, che ci sono persone che accettano.
Perché saranno proposte pure sciocche e banali ma su grandi numeri porta comunque un introito a costo relativamente zero.
La condivisione serve a proteggersi anche da questo. Qualche collega giovane (cioè più giovane…) mi scrive, mi chiede cosa penso di questa o di quell’offerta di lavoro (quando ne trovano). E’ sconvolgente il numero di volte in cui sono costretta a dire
E’ una caz*ata, ti stanno chiedendo soldi
oppure
E’ una caz*ata, leggi bene che cercano volontari
Possiamo fare tante riflessioni sul capitalismo, sulla società, sul mercato in generale, sul mercato del lavoro, sulla bambocciosità e sull’essere choosy di noi giovani-di-30-anni-che-mia-madre-aveva-già-2-figli-alla-mia-età-e-lavorava-da-10.
Ma qualsiasi essa sia, lo step successivo mi pare sia uno solo: Informarsi, rifiutare e magari anche informare gli altri.
Siamo tanti, troppi, è vero, ma è possibile che questo elemento debba costituire *solo* un punto di debolezza?
Siamo tanti. E contiamo pochissimo.
Spesso ci fermiamo al “tanti”, alla costatazione numerica e se ci impantaniamo qui è vero: non possiamo fare più nulla, a meno di organizzare un suicidio di massa o organizzare qualche attentato che faccia fuori almeno la metà di noi.
Se non possiamo cambiare i numeri, almeno quelli attuali, non sarà forse il caso di cominciare a pensare se sia possibile cambiare quel “contiamo pochissimo”?
Negli ultimi mesi si sono accumulate una serie di iniziative sulle quali si sono fatte politicamente una serie di preoccupanti dormite.
Le tre forse più eclatanti che mi vengono in mente.
Possibile che una categoria di 90mila professionisti non abbia la forza di farsi prendere in considerazione?
Doveva averla già, e se non ce l’ha ancora, DOBBIAMO prenderla.
Sì o no.
Le vie di mezzo, i compromessi, tutto ciò che è stato fatto finora è stato miope. Terribilmente miope, più simile a una grande abboffata cannibalica, assolutamente particolaristica e personalistica, che a una strategia di politica e cultura professionale capace di resistere nel tempo.
Il mio tempo, la mia generazione, è quasi del tutto andata, bruciata.
Lo sono quasi tutti i tardogiovani della mia età e forse lo sono soprattutto gli psicologi.
So bene che tutto ciò che potrò mai avere nella mia carriera professionale è assolutamente lontano da quello che merito per competenza, impegno, dedizione, sacrificio.
Vale per me e vale per molti altri della mia generazione, che non sapranno mai cos’è un concorso, non avranno, se non in minima parte, la possibilità di avere uno stipendio fisso, non potranno di certo godere della stabilità e delle prospettive che appena la generazione prima della mia ha potuto avere.
Non possiamo cambiare niente di tutto questo.
Possiamo solo decidere cosa fare col tempo che ci viene concesso.
A Novembre ci sarà la prima prova per l’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di psicologo.
Nel mio MANUALE DI SOPRAVVIVENZA ALL’EDS consigli pratici per preparare al meglio tutte le prove, per studiare in modo efficace, senza sprecare tempo ed energie!
Di seguito, inoltre, potrai leggere gli argomenti della prima prova uscite all’ultimo appello di giugno (tra parentesi sono riportate le altre tracce non estratte):
#Messina: La famiglia #Napoli: Ciclo di vita e adolescenza #Genova: Il gruppo #Pavia: un paradigma teorico a piacere [la crisi e il cambiamento; una teoria recente] #Padova: comportamenti aggressivi [processi cognitivi; problem solving, stress e coping] #Palermo: aspetti cognitivi ed emotivi dello sviluppo della personalità [metodo clinico e metodo sperimentale; una teoria della personalità a scelta] #Aquila: Apprendimento [Attenzione; sviluppo emotivo]. #Firenze: fattori che concorrono allo sviluppo dell’identità #MilanoCattolica: Il gruppo come strumento di lavoro nell’intervento psicologico [Vygoskty e Piaget; una teoria a scelta] #Roma: intelligenza [relazioni interpersonali; sviluppo affettivo] #Caserta: La percezione [memoria, emozioni] #Cagliari: Metodologia [salute e benessere, linguaggio e comunicazione]. #Bari: Intelligenza [linguaggio e comunicazione, memoria e processi cognitivi] #Bologna: Percezione [emozioni, apprendimento] #Torino: Prima commissione: modello biopsicosociale – Seconda commissione: adolescenza
# Trieste: esporre la teoria di un autore significativo del ’900 [metodo e ricerca psicologica; la responsabilità sociale in riferimento al codice deontologico]
# Parma: memoria [il disegno a soggetto singolo; una teoria sullo sviluppo degli ultimi 30 anni]
A partire dal 19 Ottobre a CASERTA partiranno delle giornate di studio pratiche organizzate insieme all’Associazione Psicologi Campani.
Insieme vedremo come scrivere al meglio il tema, come stendere un progetto e come organizzare il caso clinico.
Approccio pratico ed esperienziale, pochi fronzoli, molta sostanza! 🙂
#Tuttalavitadavanti
[Preview]
La Compagnia degli Psicologi – Contro il potere dell’anello!
Cosa può fare la nostra generazione di psicologi nelle attuali condizioni? Non fare gli psicologi? Cannibalizzare i colleghi? Stare chiusi nello studio ad aspettare? Girovagare alla ricerca di una raccomandazione? Fare 100 anni di volontariato nell’attesa che qualcuno abbia pietà di noi? Gli addetti alla cucina e alla pulizia dentro una cooperativa?
Oppure.
Ma solo la settimana prossima! Su #senzacamice