Troppi pensieri.
Bisogna fare ordine.
Iniziamo col dire che…le professioni come il medico e lo psicologo sono organizzate in Ordini e ce le teniamo così, altrimenti questo blog diventa una puntata di Porta a Porta, che parla di massimi (cioè minimi) sistemi, dimenticandosi la concretezza dei fatti.
Siamo organizzati così, al momento questa non è una cosa che cambierà e quindi, ci piaccia o meno, ce la teniamo. Quindi stop, niente sogni e voli pindarici su abolizioni di ordini, solo ordine nazionale, solo ordini regionali, solo ordini del nord che si trattengo il 75% delle iscrizioni, niente di tutto questo.
La concretezza di questo referendum è: vogliamo cambiare il codice deontologico?
Sull’articolo 1 e 5 c’è poco da dire, se non ribadire le perplessità sulla fine che faranno i liberi professionisti in merito alla formazione continua: saranno ECM anche per noi, sì o no? Sarà l’ultimo gradino del cannibalismo formativo reciproco? Gli Ordini si attrezzeranno per venirci incontro, soprattutto economicamente?*
La suspance è tanta, soprattutto per il mio portafoglio…
Ma il nodo cruciale e più discusso è l’articolo 21.
Quello che attualmente recita così:
Art. 21
Lo psicologo, a salvaguardia dell’utenza e della professione, è tenuto a non insegnare l’uso di strumenti conoscitivi e di intervento riservati alla professione di psicologo, a soggetti estranei alla professione stessa, anche qualora insegni a tali soggetti discipline psicologiche. È fatto salvo l’insegnamento agli studenti del corso di laurea in psicologia, ai tirocinanti, ed agli specializzandi in materie psicologiche.
…e che si vorrebbe modificare così:
L’insegnamento dell’uso di strumenti e tecniche conoscitive e di intervento riservati alla professione di psicologo a persone estranee alla professione stessa costituisce violazione deontologica grave.
Costituisce aggravante avallare con la propria opera professionale attività ingannevoli o abusive concorrendo all’attribuzione di qualifiche, attestati o inducendo a ritenersi autorizzati all’esercizio di attività caratteristiche dello psicologo.
Sono specifici della professione di psicologo tutti gli strumenti e le tecniche conoscitive e di intervento relative a processi psichici (relazionali, emotivi, cognitivi, comportamentali) basati sull’applicazione di principi, conoscenze, modelli o costrutti psicologici.
È fatto salvo l’insegnamento di tali strumenti e tecniche agli studenti dei corsi di studio universitari in psicologia e ai tirocinanti . E’ altresì fatto salvo l’insegnamento di conoscenze psicologiche.
Cerchiamo allora di capire innanzitutto qual è la natura dei questo articolo, la ragione della sua esistenza.
Il diritto alla Salute è riconosciuto dalla nostra Costituzione (il lettore qui la smetta di ridere pensando a tutte le personali esperienze di malasanità…).
Se un medico inventasse il corso di “bisturologia” e lo aprisse a tutti coloro che in casa hanno coltelli e insegnasse loro una tecnica di incisione chirurgica e mentre insegna faccia credere, più o meno esplicitamente, ai suoi allievi
andate per il mondo, ora avete la competenza per fare incisioni chirurgiche!
mette in pericolo la salute del cittadino che, maldestramente, per un’unghia incarnita può trovarsi nello studio del bisturologo che gli amputa il dito.
Se uno psicologo inventasse il corso di “Interpretazione dei disegni carta e matita” e lo aprisse a tutti coloro che sono in possesso di un foglio A4 e un lapis, facendo credere loro di poter fare diagnosi attraverso il solo disegno, metterebbe in pericolo la salute del cittadino, che si rivolge a lui per un bambino un po’ inquieto e si ritrova con la diagnosi di chissà che.
Lo psicologo, come il medico, è una professione sanitaria, coinvolta cioè nello stato di salute del cittadino.
Lo scopo per cui esiste l’articolo 21 del nostro Codice Deontologico è questo: insegnare a chi non è psicologo a fare lo psicologo significa, di fatto, sostenere un abuso di professione, che a sua volta è un attentato alla salute del cittadino.
Ma questo significa pure che dobbiamo starcene ciascuno per i fatti propri, chiusi dietro i muri della propria sapienza?
A parte il diritto al libero accesso al sapere (e mica qui qualcuno vuole vietare di comprare un libro di medicina o di psicologia…), ha senso in un campo complesso come quello della salute starsene trincerati ognuno dietro i suoi libroni?
Questo è il mio sapere, questo è il tuo, fatti più in là!!!
Una volta ho seguito un seminario di psicofarmacologia rivolto a psicologi ed educatori di comunità. Il medico che l’ha tenuto stava forse favorendo un abuso di professione medica?
Durante il seminario non ci sono stati forniti ricettari, non ci è stata spiegata la posologia dei farmaci, mai ci è stato fatto credere che avremmo potuto prescrivere qualcosa, ma ci sono state trasmesse conoscenze che ci avrebbero aiutato a svolgere al meglio il nostro lavoro di psicologo ed educatore.
Ora so, ad esempio, che alcuni psicofarmaci incidono sull’attività sessuale. Dovessi avere un paziente che assume questo tipo di farmaco, non sarò impreparata rispetto a ciò che potrebbe capitare.
Alcuni psicofarmaci comportano un aumento dell’appetito: se un educatore di comunità si ritrova un ragazzo che svuota la dispensa, forse potrà avere un quadro più chiaro della situazione ed essere un educatore migliore.
Quando ai miei futuri badanti faccio lezione sulla comunicazione o le emozioni non insegno loro a fare diagnosi. Insegno loro a gestire stati emotivi derivanti da un lavoro stressante in modo più adeguato ed efficace. Faccio in modo che siano badanti più bravi.
E fin qui i contenuti dell’articolo 21…
[* Aggiornamento 12 Maggio 2013: Riguardo alla modifica dell’articolo 5 ho trovato quest’articolo del collega Federico Zanon che sembra mettere chiarezza.
Riporto:
CHI ACCREDITERA’ GLI EVENTI E I FORMATORI?
Il CNOP avrà il compito di accreditare i formatori, siano essi enti formativi, associazioni, organizzazioni o anche singoli professionisti.
Agli Ordini regionali avrà invece il compito di accreditare gli eventi, presentati dai soggetti già accreditati dal CNOP come formatori.
Quindi, per chi volesse fare formazione per gli psicologi: prima ci si fa accreditare dal CNOP a livello nazionale come formatori, poi si fanno accreditare i singoli eventi dagli ordini regionali.
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