
Capita almeno una volta al mese. In questo o quel gruppo mi imbatto nello screenshot su questa o quella offerta di un collega su groupon (o portali simili) dove si offrono prestazioni a prezzi scontati.
Si grida allo scandalo, alla svalutazione, si invoca l’intervento delle commissioni deontologiche.
Fermo restando che:
- gli Ordini su questo non hanno alcun tipo né di responsabilità né di potere (vale per quello degli psicologi, vale per tutti gli altri, pure multati quando hanno tentato di sanzionare deontologicamente i propri iscritti);
- la pubblicità è libera, “basta” che sia veritiera;
vorrei spostare il focus dal “microtema” groupon alla “macroquestione” svalutazione.
Perché su questo argomento mi pare che la categoria abbia una certa ambivalenza e qualche percezione che mi lascia alquanto incuriosita…
Esempio: fatevi un giro tra le convenzioni del CNOP.
Ne troverete varie: tutte prevedono una o più prestazioni gratuite.
Sui siti dei vari Ordini si possono trovare cose come:
- protocollo d’intesa con le farmacie – incontri e/o colloqui gratuiti, spesso tematici: niente di diverso, quindi, da quello che alcuni colleghi pubblicizzano su groupon quando promuovono incontri sulla genitorialità, sulla comunicazione, ecc (anzi, il paradosso è che almeno su groupon si fanno pagare……);
- protocollo d’intesa con questo o quel corpo dell’arma o associazione, sempre con colloqui gratuiti;
- protocollo d’intesa con l’ufficio scolastico per andare a fare progetti gratis nelle scuole (wtf!);
- settimanemesianni del benessere psicologico, con incontri, seminari, tutto gratuito.
Non tutto è male, intendiamoci, l’azione di promozione di un Ordine va valutata all’interno di una progettualità complessa; ma non penso di dire una cosa particolarmente lontana dalla verità se affermo che per molti Ordini la promozione è proprio nel “sistema protocollo d’intesa gratuito”.

La mia riflessione perciò è la seguente.
A me pare che un’istituzione che rappresenta 500, 5mila, 10mila, 100mila colleghi e che decide per tutti il prezzo delle prestazioni (tanto al ribasso che spesso questo prezzo è ZERO) con questa o quella categoria di potenziali clienti possa impattare molto di più sulla “svalutazione” della professione di un singolo professionista che decide di promuoversi su groupon.
Eppure quando un Ordine fa l’ennesimo protocollo d’intesa con prestazioni non pagate, la comunità è un tripudio di gioia e condivisione.
La stessa comunità, poi, quando si imbatte in un collega, un singolo, un solitario, che promuovere delle prestazioni su groupon, ne chiede l’immediata fucilazione segnalazione in deontologica.
Ma se il punto è che offrendo prestazioni a prezzi ribassati si svaluta il valore della stessa…conta più l’azione del singolo o quello di un’istituzione che rappresenta L’INTERA COMUNITA’?
Prendiamo una delle ultime mode tornate in auge: lo psicologo in farmacia.
Su Diventare Psicologo si pone continuamente la domanda: come avete fatto?
Sorvoliamo per un attimo sul fatto che il più delle volte le esperienze raccontate sono fallimentari: questo non è un articolo su una certa ostinazione nelle strategie di marketing degli psicologi…
Il punto è: Carmela è una psicologa che sta cercando di crearsi uno spazio nelle farmacie del suo paese.
Ha preso contatti, parlato coi farmacisti, incastrato le esigenze, ha stampato i volantini, fatto il sito internet, la pagina facebook, girato per la città per diffondere la sua iniziativa.
Ci hai messo TEMPO e soprattutto SOLDI. Ha investito, naturalmente col suo rischio d’impresa.
Poi, così, dal nulla, arriva il suo Ordine che dice: da oggi nelle farmacie si va gratis, olè!
Tutta la concorrenza, TUTTA, potenzialmente lavora gratis nelle farmacie, con bollino istituzionale, conferenze stampa, fotografie, strette di mano: una visibilità che Carmela si sogna.
Ora. Cosa impatta di più sulla vicenda di Carmela?
Che nel suo paese ci sia Ciro che compra dello spazio pubblicitario su Groupon (perché questo fai con groupon) per un’offerta comunque limitata nel tempo e nello spazio (su groupon per x giorni) o che l’Ordine sguinzagli tutti i suoi iscritti a lavorare gratis, con annessa e massiccia copertura mediatica e istituzionale, così da far pure sembrare brutti, cattivi e insensibili gli psicologi che invece si impegnano per avere un reddito dalla loro professione?
Eppure niente.
MAI MAI MAI vedo lo stesso accanimento che vedo per il povero Ciro, dileggiato con screenshot e al centro dell’attenzione per decine e decine di commenti e condivisioni.
Anzi: gioia, condivisione, sogni di sorti magnifiche e progressive, grazie al protocollo d’intesa.
E allora non capisco.
Davvero, io gli psicologi non li capisco.