Ieri il blog è tornato ad esplodere.
No, non c’entra nulla né il mio pensiero brillante, né la mia originalità, né, figuriamoci, la mia avvenenza.
La ragione è una sola: ieri, 30 Giugno 2014, è scattato l’obbligo di POS.
Nel precedente articolo sull’argomento, quello su cui sono capitati un paio di centinaia di lettori in poche ore in cerca di informazioni, avevo ricostruito e commentato la cronologia di questo romanzo surreale tutto all’italiana. Avevo poi aggiornato di settimana in settimana il post con le informazioni provenienti dai vari ordini, enti ed istituzioni: a questo punto penso sia più utile e chiaro scrivere cosa da ieri può accadere nel concreto negli studi degli psicologi.

COSA STABILISCE LA LEGGE
Il riferimento normativo è il Decreto Legge 18 Ottobre 2012, n. 179, articolo 15 comma 4 e 5 (Federico Zanon lo approfondisce qui) e, in estrema sintesi dice:
se un cliente, che deve pagarci una somma a partire da 30 euro, ci chiede di pagare la parcella con il POS, io sono tenuto ad accettare il pagamento attraverso questa modalità.
COSA PUO’ ACCADERE NELLO STUDIO DELLA DOTT.SSA ROSSI, PSICOLOGA
Alla fine della seduta con il Signor Verdi, la dott.ssa Rossi comunica al paziente che la parcella è di 60 euro. A quel punto il Signor Verdi può dire
Pago con il bancomat.

SCENARI POS-SIBILI: COSA ACCADE ALLA DOTT.SSA ROSSI SE HA IL POS
La dott.ssa Rossi accetta il pagamento. La collega, molto probabilmente, avrà valutato l’offerta in convenzione appena sottoscritta dall’ENPAP e che si può consultare nella sua forma completa nell’area riservata sul sito dell’ente nella sezione “convenzioni”.
SCENARI POS-SIBILI: COSA ACCADE ALLA DOTT.SSA ROSSI SE NON HA IL POS
La Dott.ssa non ha il POS e non può quindi accettare il pagamento nella forma richiesta dal cliente.
La norma che stabilisce l’obbligo di dotarsi di POS non dice nulla su chi non si dota della macchinetta: in sostanza, allo stato, NON SONO PREVISTE SANZIONI.
C’è di più: il fatto di non essere in condizione di poter accettare un pagamento tramite POS non mette il cliente in condizione di dire – E allora non ti pago – . Il debito del cliente nei nostri confronti resta e dovrà quindi pagarci comunque. E’ questo che si intende quando si dice che quello del POS in realtà non è un obbligo, ma un ONERE (qui il parere del consiglio nazionale forense al riguardo)
COSA ACCADRA’ NEL MIO STUDIO
Così come già consigliato sia dall’Ordine del Lazio sia dall’Ordine della Lombardia ai propri iscritti, io concorderò preventivamente con i miei clienti le modalità di pagamento possibili. Aggiungerò inoltre una postilla all’interno del consenso informato dove specificherò che
“il pagamento del compenso professionale avverrà mediante bonifico bancario, addebito diretto, assegno bancario o circolare“
Il mio pensiero sul POS l’ho espresso qui: al momento e nel prossimo futuro non mi doterò di POS perché non è un servizio richiesto dai miei clienti e attualmente, per la mia condizione, gli svantaggi e gli oneri superano di gran lunga i vantaggi. Il futuro è certamente la moneta elettronica e la tracciabilità dei pagamenti è sicuramente una delle strade per combattere l’evasione. La via è tracciata, la direzione è questa. Al riguardo mi sento di condividere le parole di Ernesto Ruffini dell’ESPRESSO
Trovo in secondo luogo sbagliato imporre il #POS e basta. L’uso del POS va incentivato, mediante accordi tra utenti e #banche e mediante offerte promozionali di queste ultime. Ordinare agli utenti di dotarsene punto e basta è creare una domanda senza guardare alle condizioni dell’offerta. Un simile ordine quindi rischia di far crescere il prezzo del servizio, che invece dovrebbe calare; rischia di creare rendite di posizione e quindi inefficienza, laddove dovrebbe incentivare la concorrenza fra le banche, e quindi efficienza.
Tutti i riferimenti alle principali fonti normative e ai principali pareri sulla questione POS li trovate in fondo a questo articolo…
Vi lascio con l’augurio che tutti gli psicologi, il prima possibile, possano essere in condizione di avere come primo pensiero i servizi in più da dare ai propri clienti!
3 pensieri riguardo “Storie di psicologi: scenari POSsibili”